Osservatorio dell'Università di Pisa

Abstract report 2019
La ricerca Osservatorio PMI edizione 2019 mostra una crescita nel numero di aziende iscritte al registro delle PMI innovative, 432 aziende tra novembre 2018 e ottobre 2019. Tuttavia, a quasi cinque anni di distanza dalla creazione del registro, il numero di PMI innovative appare ancora contenuto rispetto al bacino potenziale: sono poco più di 1.200 infatti le PMI iscritte dalla creazione del registro. La limitata crescita del numero di PMI iscritte potrebbe essere un sintomo di incapacità di realizzare i benefici attesi dall’iscrizione nel registro.
In effetti, vale la pena di osservare come alcune delle politiche di incentivo all’innovazione rafforzate o introdotte nel corso del 2019, come il credito d’imposta alle attività di ricerca e sviluppo e l’iper-ammortamento “Impresa 4.0” vanno a beneficio di una vasta platea di aziende e non esclusivamente delle PMI innovative. Lo stesso vale per il Fondo Nazionale Innovazione, per i voucher “manager dell’innovazione” e per il Patent Box. La ricerca Osservatorio PMI mostra come la maggior parte delle PMI innovative siano di dimensioni ascrivibili alla categoria delle micro-imprese, con un’anzianità media tra i cinque e i sei anni.
Questi dati combinati sembrano suggerire una crescita lenta o limitata, e ciò contrasta con il ciclo di vita atteso di una PMI innovativa, che dovrebbe essere caratterizzato da forte e rapida crescita, specialmente se basato su elementi di innovazione industriale di prodotto, di servizio o di processo. Le analisi economico-finanziarie sulle PMI innovative con bilanci disponibili nel 2017 e nel 2018 evidenziano un calo del fatturato per 2 aziende su 3. Il dato è significativo in quanto relativo ad un campione di 745 aziende, più della metà del totale delle PMI innovative iscritte.
Le riduzioni sono a due cifre per le aziende con fatturato sotto i 5 milioni di euro.
Al di là della congiuntura economica caratterizzata da incertezza, il dato pone in evidenza un’indubbia difficoltà e conferma come probabilmente non tutte le PMI iscritte hanno prospettive di crescita organica legata al loro progetto innovativo. Il dato è inoltre rilevante alla luce del nuovo codice della crisi d’impresa.
Il recente documento del CNDCEC sugli indicatori di allerta delle crisi d’impresa, redatto in applicazione del nuovo codice della crisi d’impresa, prevede l’utilizzo del patrimonio netto negativo e del DSCR (Debt Service Coverage Ratio) inferiore a uno, come indicatori di allerta e viene escluso l’utilizzo del set di indici settoriali previsti per le altre aziende.
IL DSCR è interpretato come capacità prospettica dell’azienda di portare avanti la centrale attività di ricerca e sviluppo, in particolare alla luce del fabbisogno finanziario minimo per la prosecuzione dell’attività di studio e sviluppo del progetto. L’assenza di ricavi ed i risultati economici negativi, di converso, non hanno rilevanza determinante al fine di individuare lo stato di crisi.
Se da un lato, il documento riconosce le peculiarità delle PMI innovative, dall’altro lato, il documento segnala la responsabilità dell’organo di controllo nella valutazione dell’effettiva proiezione innovativa dell’azienda, e del suo impatto sulla performance e sulla continuità aziendale, al di là dell’iscrizione al registro.
Per maggiori informazioni, potete contattare, Federico Feroci – Partner Bernoni Grant Thornton e Giulio Greco – Professore Associato presso il Dipartimento di Economia e Management dell’Università degli Studi di Pisa