26/11/2018

Pmi innovative al rallentatore Solo 877 imprese iscritte sul bacino potenziale di 18 mila

fonte ItaliaOggi

La mancata consapevolezza dei vantaggi fiscali, burocratici e contributii, da un lato, e un ridotto appeal degli incentivi stessi, dall’altro, hanno avuto l’effetto di rallentare la crescita delle pmi innovative iscritte nell’apposito registro delle Cciaa.

Sono 877 le imprese iscritte al 24 settembre 2018 (230 in più pari al +35% rispetto al 30 settembre 2017) su una platea potenziale di oltre 18 mila imprese, che rispondono quindi alle caratteristiche per essere definite pmi innovative.

Ossia, come previsto dalla norma che ha introdotto questo albo (il cosiddetto Investment compact, la legge 3/2015, che ha esteso alle pmi innovative larga parte dei benefici previsti per le startup innovative) oltre ai parametri dimensionali tipici delle pmi (meno di 250 dipendenti e fatturato annuo inferiore a 50 milioni di euro), le società non devono essere quotate su mercati regolamentati, devono assumere la forma giuridica della società di capitali, devono avere il bilancio certificato. Inoltre, per essere classificate come innovative devono rispettare almeno due dei seguenti requisiti: il 3% del maggiore tra costi e valore totale della produzione investito in attività di R&S; forza lavoro formata per almeno 1/5 da dottori di ricerca, dottorandi di ricerca o ricercatori con 3 anni di esperienza, oppure per almeno 1/3 da personale in possesso di laurea magistrale; essere titolare o depositaria o licenziataria di privativa industriale attinente all’oggetto sociale oppure titolare di diritti relativi a software registrato.

Le 230 imprese iscritte al registro delle pmi innovative tra il 1° dicembre 2017 e il 30 settembre 2018 operano per il 65% nel settore dei servizi, per il 28% nell’industria/artigianato e per il 6% nel commercio. Il livello di anzianità delle aziende si attesta su una media di 8 anni. Unendo questo dato a quelli relativi al fatturato (oltre il 25% delle aziende presenta ricavi inferiori ai 250 mila euro) il report evidenzia una crescita lenta, in contraddizione con la natura stessa delle pmi Innovative, specialmente se basata su elementi di innovazione industriale di prodotto, di servizio o di processo. Il dato è emerso dalla seconda edizione del report dell’Osservatorio pmi innovative, realizzato da Bernoni Grant Thornton, studio specializzato nei servizi di consulenza tributaria, societaria, advisory, in collaborazione con l’Università di Pisa, e presentato nei giorni scorsi in occasione della cerimonia di premiazione del concorso «Open innovative Pmi».

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